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Come gestire in modo sostenibile l’emergenza sanitaria: presentato lo studio realizzato da SAFE per UNIDO

La maggior parte dei paesi ha dovuto affrontare una grave situazione per combattere il Covid-19, e l’Iran è uno dei paesi in via di sviluppo più colpiti. Poiché il numero di pazienti confermati aumenta a una velocità inaspettata, i rifiuti medici generati vanno ben oltre la capacità esistente di gestione e smaltimento. La pericolosità di tali rifiuti congiuntamente a una grave mancanza di attrezzature per lo smaltimento dei rifiuti sanitari, ha reso necessario trovare modalità di trattamento efficaci spingendo molti Paesi, la comunità scientifica e le istituzioni internazionali competenti, ad interrogarsi sulle soluzioni ottimali da adottare.
A tal proposito, il 25 Maggio 2021 si è tenuto il workshop: “Emergency response assistance to the outbreak of the coronavirus disease in the Islamic Republic of Iran”, organizzato congiuntamente da China International Development Cooperation Agency (CIDCA), Ministry of Health and Medical Education of Iran (MoHME) e United Nations Industrial Development (UNIDO).
In occasione dell’evento sono stati presentati i risultati emersi dallo studio “European Experience on medical management and disposal during sanitary emergency” realizzato da Tommaso Misiti e Valeria Grippo, Centro Studi SAFE, in collaborazione con UNIDO.
Lo studio, attraverso un’analisi tecnico-economica di un caso reale di gestione delle emergenze sanitarie grazie al co-processing nei cementifici, ha permesso di evidenziare come in situazioni emergenziali, quali ad esempio la pandemia da Covid-19, l’industria del cemento può giocare un ruolo chiave nello smaltimento di rifiuti pericolosi.
Il forno da cemento, infatti, grazie alle elevate temperature e ai lunghi tempi di permanenza, consente di eliminare completamente la carica virale impedendo, quindi, la diffusione del contagio. Adottando inoltre le giuste misure e i necessari adeguamenti impiantistici è possibile continuare la normale attività di produzione senza compromettere la qualità dell’output e senza rischi per la salute dei lavoratori e dell’ambiente.

 

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