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Ripensare la leadership nell’era della digital disruption

In queste settimane di emergenza sanitaria il “lavoro agile”, di cui si discute con alti e bassi da molto tempo, è diventato improvvisamente una necessità e una soluzione imprescindibile per salvare il salvabile.

In un lasso molto breve di tempo infatti, aziende e Pubbliche amministrazioni sono state chiamate a praticare lo smart working, quando, solo fino a qualche settimana prima, il lavoro agile era parte di un processo più ampio di digitalizzazione del lavoro che procedeva a passo non così spedito. L’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano aveva calcolato che a fine Ottobre 2019, erano presenti nel Paese circa 500 mila lavoratori in smart working. Una cifra aumentata in modo considerevole dopo i recenti sviluppi legati all’emergenza Covid-19.

Ma il lavoro agile non si limita, come spesso si tende a pensare, al lavoro da remoto. Il modello agile, facendo leva su una ampia diffusione dell’elemento digitale, si configura come un approccio organizzativo esteso e variegato rispetto al tradizionale flusso top-down delle informazioni, privilegiando la connessione e rivalutando fiducia, reciprocità e autonomia dei partecipanti. Un nuovo paradigma che riguarda allo stesso modo, con rispettivi ruoli e responsabilità, lavoratori, manager e tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione aziendale.

La situazione nella quale stiamo vivendo, pur se frutto di una costrizione e non di un percorso di scelta, rende forse ancora più evidente che la necessità di cambiare il modo di lavorare, i processi interni e le dinamiche di management va di pari passo con la consapevolezza che anche la leadership deve assumere caratteristiche diverse dal passato.

In una recente intervista, Enrico Sassoon, direttore della prestigiosa Harvard Business Review, sostiene che il lavoro da remoto non solo richieda un ripensamento delle catene di comando, ma anche una leadership e una organizzazione molto più agile, veloce e flessibile.

Per le organizzazioni diventa fondamentale quindi disporre di leader agili, focalizzati e proattivi, capaci di prendere decisioni ponderate in tempi rapidi, capaci di promuovere il cambiamento, anche quando il cambiamento esogeno sembra dominare, di guidare, motivare e far crescere il team in un contesto  in continua evoluzione e sempre più digitalizzato.

In tal senso, la formazione può, come spesso accade, venire incontro alle esigenze delle imprese. Per creare un valore e mantenere un vantaggio competitivo sul mercato, le organizzazioni dovranno essere in grado di formare leader a tutti i livelli, sviluppando due aspetti chiave per il proprio successo: la partecipazione e il coinvolgimento di tutti i membri del team.

Le attività di un leader “agile”, in un contesto digitale senza precedenti come quello attuale, possono trarre vantaggio da una puntuale organizzazione secondo liste di obiettivi, stabilendo priorità e pianificando slot di tempo dedicati a ciascun punto all’ordine del giorno. Una pianificazione agile può contribuire a valorizzare le strategie di feedback, la condivisione delle informazioni e la partecipazione stessa di ogni componente del team.

In un simile contesto, il controllo dei risultati e dell’efficienza dei processi è preferito al controllo delle persone, offrendo una maggiore libertà nella gestione degli spazi e delle tempistiche di lavoro.

Si tratta dunque di costruire una nuova proposta di leadership e che deve svilupparsi su un percorso di valore sostenibile e a lungo termine, affinché tutte le parti interessate possano avere successo all’interno di un contesto “disruptive”.

Per rispondere a a questa esigenza SAFE ha ideato “Re-Thinking Leadership”, percorso formativo progettato appositamente per allenare i leader a guidare organizzazioni e team in contesti dinamici, digitali e turbolenti promuovendo lo sviluppo di nuove competenze strategiche e logiche di inclusione, collaborazione e facilitazione del cambiamento.

La nuova edizione del corso, in partenza il 24 aprile 2020, è stata progettata con un approccio formativo blended, strutturata in una prima fase di formazione digital seguita da una seconda fase di alta formazione “in presenza”, per offrire il massimo dell’esperienza di apprendimento, in un tempo estremamente ottimizzato.

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