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Covid-19: test di resilienza per il sistema elettrico

L’emergenza sanitaria globale ha reso necessario un lungo periodo di lockdown (dal 9 Marzo 2020 al 4 Maggio 2020) che ha causato una forte contrazione dei consumi energetici ed una radicale modifica del mix di generazione che ne è risultato fortemente decarbonizzato. Ne è derivato che il sistema elettrico italiano si è trovato ad operare in condizioni di funzionamento assimilabili a quelle previste al 2030 secondo gli obiettivi stabiliti dal PNIEC. L’energia richiesta sulla rete, nei tre mesi interessati dal lockdown, ha fatto registrare una netta riduzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, come mostrato nella tabella successiva, si è registrato un calo della domanda di energia superiore al 10%, che è proseguito anche nel mese di Giugno.

Tabella 1 – Domanda di energia elettrica in Italia nei mesi del lockdown
(Fonte: Elaborazione dei Rapporti mensili sul sistema elettrico di Terna)

Durante il periodo considerato anche la composizione del mix di fonti primarie è cambiata. La tabella 2 riporta la variazione dei dati di generazione nazionale riferiti al periodo gennaio-settembre 2020 rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Dal confronto emerge che il periodo marzo-maggio (lockdown) mostra una diminuzione marcata della produzione termoelettrica e la crescita del peso della produzione idroelettrica fra le fonti rinnovabili.

Tabella 2 – Variazione del mix di fonti primarie in Italia rispetto all’anno precedente
(Fonte: Elaborazione dei Rapporti mensili sul sistema elettrico di Terna)

Dall’analisi dell’andamento della produzione netta da FER nel 2020, mostrato in figura 1, emerge che nel mese di marzo le fonti rinnovabili hanno rappresentato il 41,9% della produzione italiana registrando così un aumento (+3,5%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente nonostante la bassa produzione di fotovoltaico ed eolico.

Figura 1 – Andamento della produzione netta da FER nel 2020 (Fonte: Terna)

Ad aprile 2020, la richiesta di energia elettrica è stata soddisfatta per il 48,5% da Fonti Energetiche Rinnovabili, dato in aumento (+7,5%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, grazie ad un notevole aumento di produzione fotovoltaica. Nel mese di maggio 2020, la produzione da FER ha contribuito per il 53,6% alla produzione totale netta nazionale, in aumento (+11,9%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il notevole  incremento della produzione eolica nel mese di Giugno (+58,9%), rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, ha portato la produzione da FER al 49,7% della produzione totale netta italiana.

In questi mesi si è dunque configurato uno scenario molto simile a quello disegnato dal PNIEC al 2030. Nonostante la notevole variazione delle condizioni di funzionamento, il sistema ha performato in maniera stabile e sicura, grazie al forte contributo alla flessibilità del gas naturale e dell’idroelettrico, senza la necessità di tagliare la produzione rinnovabile. Di contro, questa situazione – come si evince dal grafico – ha comportato un consistente ricorso a movimentazioni nei mercati dei servizi di rete al fine di costituire e gestire i margini di riserva, tuttavia tale tendenza ha generato extra-costi per il sistema.

Figura 2 – Andamento dei prezzi e dei volumi in MSD ex ante (Fonte: Terna)

Di seguito è riportato il confronto tra i prezzi e le movimentazioni nei mercati dei servizi di dispacciamento con riferimento al periodo gennaio-settembre del 2020 e lo stesso periodo dell’anno precedente.

Figura 3 – Volumi scambiati in MSD ex-ante
(Fonte: Elaborazione dei Rapporti mensili sul sistema elettrico di Terna)

Figura 4 – Prezzi medi in MSD ex-ante
(Fonte: Elaborazione dei Rapporti mensili sul sistema elettrico di Terna)

Si può apprezzare un sensibile incremento dei volumi movimentati in MSD ex-ante nel periodo interessato dal lockdown e una diminuzione dei prezzi medi, sia a salire che a scendere. In particolare, nel mese marzo 2020 si è registrato un incremento dei volumi scambiati in MSD pari al 56% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Ad aprile poi l’aumento dei volumi scambiati è risultato ancora più evidente, +75% rispetto ad Aprile 2019, mentre a maggio si è registrato un aumento più contenuto, +51%. A partire dal mese di giugno, complice il progressivo allentamento delle misure restrittive legate all’emergenza sanitaria, i volumi movimentati sono tornati a valori più bassi, così come la produzione netta da FER.

I dati mostrano dunque che la stabilità del sistema elettrico, in condizioni di forte decarbonizzazione, è stata garantita attraverso il ricorso ad un numero maggiore di movimentazioni nei mercati dei servizi nonché grazie alla flessibilità degli impianti idroelettrici e a gas. È evidente che il ricorso a frequenti movimentazioni del parco di generazione genera inevitabilmente un extra costo per il sistema, il che sottolinea la necessità di ampliare la platea delle risorse abilitate alla fornitura dei servizi di rete, coinvolgendo in particolar modo  le FER non programmabili, la generazione distribuita, la domanda flessibile ed i sistemi di accumulo. A ridurre le movimentazioni, e quindi i costi, su MSD può certamente contribuire una maggiore accuratezza delle previsioni di produzione (grazie anche alla riforma del dispacciamento che dovrebbe avvicinare le contrattazioni al tempo reale), il massimo sfruttamento degli impianti flessibili, come il pompaggio, e lo scambio dinamico con l’estero. Dal quadro sin qui delineato emerge che il sistema elettrico del futuro non potrà prescindere da azioni normative e regolatorie che consentano di utilizzare tutta la flessibilità disponibile anche attraverso l’introduzione di nuovi servizi di rete in aggiunta o in sostituzione di quelli attuali.

 

di Francesco Giannotte – Business Analyst SAFE

 

 

 

 

 

 

 

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