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Oltre il digital: l’accelerazione che rivoluziona i contesti aziendali e l’education

Negli ultimi anni, tra i trend economici e sociali maggiormente discussi e approfonditi, c’è stato senza dubbio lo sviluppo del mondo del digitale, che ha assunto i contorni di una vera e propria rivoluzione, oltre che di un’ opportunità  da comprendere e cavalcare per governi, imprese e consumatori.

La definizione più ampia con cui ci si rivolge al tema della digitalizzazione è rimasta per qualche anno molto generica e “futurista”, se non per gli addetti ai lavori, coinvolti nella costante traslazione online dei servizi di molte pubbliche amministrazioni, banche e player che offrono beni e servizi di ogni genere. Da trend teorico, prima della comparsa degli smartphone a fine degli anni duemila, rapidamente si è concretizzato un nuovo “ecosistema”, che ha cambiato profondamente le abitudini di tutti noi.

L’attualità ci vede in lotta con una pandemia globale che mette a dura prova i sistemi sanitari nazionali, le economie, i tessuti industriali, commerciali e, non ultimo, il comportamento dei cittadini-consumatori.

Che cosa comporta questo scenario in termini di digitalizzazione? La risposta più immediata è rintracciabile nei comportamenti che contraddistinguono la vita di tutti i giorni e nelle azioni dei cittadini-consumatori innanzitutto. Gli acquisti, la fruizione di contenuti di intrattenimento, la comunicazione con parenti, amici e colleghi ad esempio continuano ad essere possibili grazie a strumenti digitali che coinvolgono sempre più persone.

Focalizzandoci sul mondo dell’Education, si riscontra un cambiamento radicale avvenuto in poco tempo: le lezioni, di ogni ordine e grado vengono ora erogate in modalità “distance learning”, con l’obiettivo di mantenere un alto livello dei programmi e soprattutto della qualità dell’interazione tra docenti e discenti.

Riferendoci alle aziende e alle pubbliche amministrazioni, sono ampiamente diffuse le soluzioni di Smart Working per i dipendenti e l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche, come le piattaforme di videoconferenza.

La situazione generale di emergenza ha spinto anche quelle realtà ancora non dotate di protocolli e device preposti, ad accelerare i processi di digitalizzazione e ad affrettare decisioni e investimenti per garantire la business continuity. In linea generale, possiamo riscontrare una ”accelerazione digitale” inevitabile ed esponenziale, causata da fattori esogeni.

Gli strumenti digitali si rivelano ogni giorno essenziali nella lotta al Covid-19 e, con tutta probabilità, rappresenteranno uno dei principali driver per la ripartenza. Un momento come questo, può essere anche l’occasione per sviluppare idee “coraggiose”, già presenti nelle aziende e nelle persone che le compongono, ed ottenere una risposta positiva da parte dei consumatori. Un rapporto di entusiasmo e curiosità, quello tra i consumatori e la tecnologia, che testimoniava la crescita di alcuni segmenti del mondo digitale, già evidente nelle survey condotte da Accenture e descritte nella Tech Vision pubblicata annualmente dall’azienda*.

La Tech Vision 2020 propone un approccio che si spinge oltre il concetto di digital comunemente riconosciuto, stimolando l’utilizzo di nuove strategie per la realizzazione di prodotti e servizi tech-driven di successo, incontrando una disponibilità senza precedenti da parte dei consumatori sul tema dell’innovazione. I trend principali, che potremmo considerare in ulteriore ascesa non appena i paesi e le aziende riceveranno il via libera a ripartire, sono stati sintetizzati da Accenture in cinque punti:

  1. The I (Io) in Experience – Per creare le proprie esperienze digitali, le aziende leader lavorano con i clienti. Le persone desiderano avere la possibilità di poter fare scelte rilevanti per dare forma alle proprie esperienze e per modificare l’esperienza stessa quando le aziende non danno loro la risposta desiderata. L’ascesa del 5G e della realtà aumentata (AR) ha contribuito ad aumentare le pressioni nei confronti delle imprese leader affinché soddisfino queste aspettative.
  2. AI and Me – Le potenzialità dell’Artificial Intelligence hanno già superato la semplice automazione di compiti banali, trasformando questa tecnologia in un potente strumento di collaborazione tra persone e macchine. Le aziende di successo comprenderanno l’importanza del contesto nell’interazione tra l’uomo e la macchina e introdurranno nuovi strumenti che li aiuteranno a capirsi meglio. Ciò consentirà alle aziende la possibilità di poter reinventare da zero ogni aspetto della propria attività.
  3. The Dilemma of Smart Things – L’idea stessa della proprietà del prodotto sta cambiando radicalmente. Ormai, in molti casi, quando le persone acquistano prodotti non acquistano più oggetti fisici, ma “canali” per esperienze in evoluzione. Le aziende devono riconoscere questo nuovo paradigma di “comproprietà” con i clienti ed impegnarsi a progettare prodotti ed ecosistemi in grado di adattarsi ai cambiamenti in corso.
  4. Robots in the Wild – I robot stanno uscendo dai magazzini e dalle fabbriche, conseguenza della diminuzione dei costi dell’hardware e dalla crescita delle reti 5G. Man mano che estenderanno le loro capacità verso il mondo esterno, le aziende dovranno assumere nuovi talenti e lavorare con le persone per garantire una transizione il più possibile lineare.
  5. Innovation DNA – Le aziende possono trasformare il loro modo di innovare concentrandosi su tre elementi chiave del proprio DNA innovativo: maturazione delle tecnologie digitali, progresso scientifico e nuove tecnologie DARQ: Distributed Ledger Tech (DLT), Artificial Intelligence (AI), Extended Reality (XR) e Quantum Computing. Esse possono costantemente iniettare nuove competenze, tecnologie e idee in queste aree attraverso centri di innovazione, centri di eccellenza e partnership di co-innovazione.

Al pari del trend anticiclico riguardante il “post-digital” per le aziende e i suoi stakehoder, l’accelerazione digitale, come già osservato, sta coinvolgendo anche il mondo dell’Education. A fine 2019, il Clayton Christensen Institute, organizzazione no-profit e think tank indipendente, che si occupa del miglioramento dell’ecosistema economico e sociale attraverso la “Disruptive Innovation”, descriveva in un articolo** pubblicato sul suo sito una nuova “wave” per il settore della formazione. Guardando alla prossima decade affermava che “…Questa nuova ondata ha meno a che fare con la semplice trasformazione del modo in cui gli studenti imparano, e possiede invece  il potenziale per rivoluzionare il modo in cui si connettono con esperti, mentori e coetanei. Questa è una distinzione cruciale. Sono innovazioni che offrono connessioni in circostanze in cui gli studenti non hanno accesso alle relazioni. Consentiranno l’apertura di nuovi canali in grado di aiutare gli studenti ad accumulare quello che sociologi ed economisti chiamano “capitale sociale”, cioè il valore contenuto nelle nostre  relazioni…”.

Per concretizzare diffusamente questa visione, l’ostacolo da superare è sicuramente il “digital divide” tra persone con differenti potenzialità economiche e opportunità di accesso all’istruzione. Si tratta di una visione che prende in considerazione l’Education, dalla formazione scolastica all’alta formazione per professionisti. “Il potere delle connessioni è evidente a qualsiasi adulto che ha beneficiato di un amico o conoscente, aiutandolo a trovare un lavoro lungo il suo percorso professionale. Lo stesso vale per gli studenti di oggi…”, prosegue la Direttrice dell’Educazione del Christensen Institute nel suo articolo. Pertanto, la repentina accelerata nell’organizzazione di programmi online di formazione più flessibili, oltre all’apertura gratuita di alcune fonti di conoscenza e networking, potrebbero rafforzare questa prospettiva per il prossimo decennio e rappresentare un’importante opportunità di sblocco di valore per il settore e non solo. Potenziale al momento ancora inespresso a causa dalle barriere all’ingresso che i sistemi di Education tradizionali hanno insiti al loro interno per definizione. Il successo non potrà che dipendere  dalle volontà, dalle scelte e dagli interventi delle istituzioni con la collaborazione del settore industriale e tecnologico.

 

Approfondimento a cura di Andrea Moretti, Consultant – SAFE

 

Note:

*https://www.accenture.com/it-it/insights/technology/technology-trends-2020

**https://www.christenseninstitute.org/blog/the-next-decade-of-disruption-in-education-unlocking-networks/?utm_source

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