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“A tu per tu” con Clara Poletti – Commissario ARERA e Presidente Comitato Regolatori ACER | SafEQuity

«La scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione

ma anche dalla fortuna di incontrare un grande maestro.»

(Rita Levi-Montalcini)

 

Competenza ed internazionalizzazione per superare gli stereotipi

L’ambiente in cui si cresce ha un impatto determinante nel modo in cui si guarda il mondo. Non aver mai subito discriminazioni ci rende più facilmente inclini a considerare le differenze come un valore piuttosto che come un ostacolo.

È quello che sembra aver vissuto la prima interlocutrice della nostra rubrica sul tema dell’equità di genere in ambito lavorativo, Clara Poletti, commissario dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente nonché Presidente del Comitato dei Regolatori dell’Agenzia europea per la Cooperazione fra i Regolatori dell’Energia (ACER).

La prima impressione che si ha parlando con Clara Poletti è quella di una donna determinata che affronta le sfide avendo una profonda fiducia in sé stessa e nelle proprie competenze. La nomina alla presidenza del Board dell’ACER fa seguito al ruolo di vicepresidente già ricoperto nel 2017, in un momento di profonda trasformazione del settore energetico, sia a livello nazionale che europeo. L’attuale Board dei Regolatori è caratterizzato da una marcata rappresentanza femminile (22 donne su un totale di 56 rappresentati) e questo lascia auspicare l’inizio di un più ampio cambiamento a livello di governance nel settore energetico. A seguito dell’approvazione del Clean Energy Package anche il Regolamento che norma il funzionamento di ACER è stato modificato. La nuova sfida all’interno del Board sarà quindi quella di ridefinire le regole e le procedure che individuano le modalità di gestione delle decisioni che devono essere prese a livello europeo e le azioni di coordinamento, preservando il clima di collaborazione che si è istaurato tra i rappresentanti dei 28 Paesi dell’Unione europea all’interno dell’Agenzia.

A proposito dell’evoluzione del contesto energetico, abbiamo chiesto a Clara Poletti, come fatto durante la cerimonia di apertura della XX edizione del Master SAFE, una parola che possa meglio rappresentare il fenomeno della transazione energetica. La parola da lei scelta è Innovazione: “tecnologica, perché la transizione che immaginiamo non potrà arrivare senza un’evoluzione di questo tipo, ma anche metodologica, in termini di approccio e modalità di utilizzo delle risorse energetiche a disposizione”.

Il termine innovazione risulta inoltre essere calzante anche con riferimento all’evoluzione che si auspica nel mondo del lavoro. La mancanza di un set di servizi a supporto delle donne nella gestione della famiglia è un aspetto attualmente ancora molto critico. “La rigidità dell’orario di lavoro, la valutazione basata sulla permanenza in ufficio invece della performance, la gestione degli orari delle riunioni” sono aspetti che, secondo Clara Poletti, “possono portare la donna in una posizione di svantaggio “. Queste sembrerebbero essere criticità finalmente superate in alcuni Paesi, soprattutto del Nord Europa, nei quali è ormai di uso comune il lavoro per obiettivi, lo smart working e la flessibilità degli orari di lavoro; tali forme innovative di organizzazione del lavoro faticano invece a prendere piede in Italia a causa, probabilmente, di retaggi di tipo culturale, aggravato dal digital divide che purtroppo caratterizza ancora il nostro Paese. L’innovazione, al contempo, deve riguardare anche l’approccio al mondo del lavoro da parte delle donne. “Una donna, anche nei casi in cui non subisca ostacoli esterni alla propria crescita professionale, potrebbe trovarne dentro sé stessa, a causa di una bassa autostima e fiducia nelle proprie capacità, come conseguenza di un modello sociale che limita la capacità di espressione della donna”.

La presenza femminile, anche in posizioni entry level in settori altamente tecnici come quello dell’energia, risulta ancora oggi essere molto inferiore rispetto a quella maschile (circa il 20% nel comparto delle “Utilities” e il 18% in quello “Oil&gas”). Una delle ragioni di questo squilibrio può essere ricercata nei percorsi di istruzione. Dal Rapporto 2018 sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati elaborato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, viene indicato che, ad esempio, ben il 74% dei laureati in ingegneria è di sesso maschile. La richiesta di competenze tecniche fin dalle posizioni junior, quindi, sarà maggiormente soddisfatta, già in partenza, da parte degli uomini e tale gap andrà necessariamente ad aggravarsi man a mano che si scala la piramide occupazionale verso posizioni manageriali. “Sicuramente i modelli di riferimento che hanno i ragazzi che si accingono a scegliere l’Università svolgono un ruolo determinante. Nell’immaginario collettivo, difficilmente l’ingegnere è donna e la maestra uomo. Bisognerebbe provare a superare questi stereotipi anche per lasciare i ragazzi più liberi di scegliere in base alle proprie propensioni e capacità”.

 

 

L’ambito dell’istruzione è sicuramente il punto da cui partire per superare barriere sia sociali che personali. “Competenza e internazionalizzazione” sono sicuramente le due leve su cui, secondo la neo Presidente del Comitato dei Regolatori dell’ACER, i giovani devono puntare per costruire una carriera appagante e di successo. “Io credo nel merito” ha affermato “e quindi, il consiglio che do ad un giovane che si accinge al mercato del lavoro è quello di agire col massimo dell’impegno, di esporsi e, nei casi in cui dovesse accadere, di imparare ad accettare anche il fallimento, come occasione di crescita e opportunità di cambiamento”.

 

 

di Valentina Barbieri – Ex-Alunna SAFE

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