frontiere_gasLe nuove frontiere del gas

A completamento della collana di volumi sulle fonti energetiche curata dal Centro Studi Safe, non poteva mancare un libro sul gas naturale. Adriano Piglia dedica infatti l’opera ad approfondire il crescente ruolo economico e strategico che il gas sta avendo nello scenario energetico mondiale. L’autore ci guida attraverso un percorso conoscitivo nel mondo del gas naturale a partire dalla sue caratteristiche geo-fisiche, dall’individuazione e sfruttamento dei giacimenti passando per le problematiche relative a trasporto, commercializzazione, distribuzione e vendita del prodotto finale, fino ad arrivare alle complesse dimensioni strategico politiche che fanno del gas naturale il centro degli equilibri energetici del nostro secolo.
Il libro fornisce infatti un’ampia panoramica su quella che l’autore definisce una “fonte energetica essenziale per i bisogni dell’umanità, sia oggi, in quanto rappresenta circa un quarto dei consumi mondiali, sia nel prossimo futuro, quando il suo ruolo subirà un ulteriore rafforzamento”.
Le radici del crescente interesse verso il gas vanno ricercate non solo nelle sue caratteristiche fisiche,  e nella grande disponibilità in Europa sin dal periodo successivo al primo shock petrolifero, ma anche nel fatto che il gas risulta più accettabile dal punto di vista ambientale, rispetto a petrolio e carbone, contribuendo così allo sviluppo della domanda.
Vengono inoltre messe in evidenza caratteristiche quali la grande convenienza dal punto di vista tecnico della trasportabilità dell’energia e dell’immagazzinamento oltre al fatto che può essere impiegato per notevoli e diversi usi finali, nel settore residenziale, in quello commerciale come in quello industriale anche se quello prevalente attualmente è la generazione di energia elettrica, per via dell’alto rendimento (55%) rispetto alle altre fonti energetiche. Da esso infine si possono ottenere prodotti chimici, farmaceutici, fibre sintetiche e materie plastiche, esplosivi e vernici. L’autore ci ricorda che proprio queste caratteristiche “a suo tempo consentirono al petrolio di sostituire il carbone come fonte energetica primaria nelle economie moderne e che consentiranno al gas un solido futuro, almeno nel medio termine”.
Il libro fornisce anche una chiara ed esaustiva rassegna dei percorsi normativi e politici che nei vari paesi, europei e non, hanno portato a sistemi di mercato a volte molto diversi tra loro. L’esperienza inglese, americana e quella degli stati europei sono messe a confronto con lo scopo di analizzare, con rigore e spirito critico, punti di forza e di debolezza insiti in un processo di liberalizzazione o di statalizzazione, sottolineando come questi hanno influenze fondamentali sulla sicurezza degli approvvigionamenti della materia prima, sulla logistica e sul prezzo finale del gas.
Ancora più interessante è la situazione all’interno dell’Unione Europea, dove il vento di liberalizzazione ha soffiato con alterne fortune tra i vari Paesi membri. Ciò che l’autore riconosce come la maggiore causa delle difficoltà incontrate dal processo di liberalizzazione del mercato del gas in Europa, è proprio la mancanza di una politica energetica comune, che ha generato sistemi molto diversi nei vari paesi. Le politiche adottate a livello europeo del resto, non hanno sortito gli effetti sperati: non è aumentata la sicurezza degli approvvigionamenti, i prezzi non sono diminuiti e il libero mercato non ha completamente eliminato i monopoli. Una situazione che, come ricorda Piglia, posiziona l’Europa “in mezzo al guado”, nel quale “il processo definito di liberalizzazione, è rimasto imbrigliato tra una serie di regole, norme delibere sulle più insignificanti questioni.”
Nonostante la storia ci riconosca come pionieri nell’uso del gas, la situazione italiana oggi risulta particolarmente problematica, complicata dall’inadeguatezza dei nostri rappresentanti a Strasburgo e Bruxelles e resa cruciale dall’importanza che il gas ha assunto, e sta assumendo sempre di più, nel mix energetico scelto dal nostro Paese. A dir poco preoccupanti sono infatti i dati sulle importazioni di gas dell’Italia: importiamo ben l’87% dei nostri consumi, e per più di tre quarti essi provengono da soli tre paesi ovvero Russia, Libia e Algeria.
L’autore ci porta a scoprire come in Italia il quadro sia reso più ostico da questioni quali l’inadeguata divisione delle competenze tra Stato, Regioni ed Enti locali, il fenomeno socio-politico chiamato NIMBY, e l’ingombrante presenza di un monopolista che dall’alto della sua integrazione verticale rende meno facile credere che il processo di liberalizzazione del gas abbia avuto iniziato praticamente otto anni fa.
A conclusione di questo arguto e interessante percorso arriviamo a comprendere come di certo la situazione non è di semplice risoluzione, ma ciò che è reso evidente dall’autore è che il sempre più centrale ruolo del gas, soprattutto per il nostro Paese, necessita di soluzioni tecnologiche, compromessi sociali, sistemi di mercato e politiche energetiche che facciano del gas naturale, la fonte energetica che traghetterà il mondo dell’energia verso il futuro.

Dr. Raffaele Chiulli
Presidente SAFE

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